Ambiente e Territorio


Qui potremo/dovremo scrivere di:

 

Uso del territorio

 

Politiche Ambientali

 

Politiche Energetiche

 

E poi che altro, secondo voi?

 

Un contributo di Francesca Santolini che bene introduce al problema dell'uso del territorio:

 

Il territorio del nostro Paese è senza dubbio il capitale più grande della nazione italiana. Non meriterebbe un progetto, una politica fatta di obiettivi graduali perché sia messo in sicurezza innanzitutto, e poi liberato gradualmente dalle occupazioni abusive, dalla bruttezza, dalla prepotenza? E’ vero che la politica è l’arte del compromesso e del perseguimento disilluso del possibile; ma per fare compromessi è necessario avere un obiettivo alto, puntare a un risultato che poi si raggiungerà per le strade realmente percorribili.

In Italia, invece, manca proprio questo obiettivo. Non c’è un progetto comune intorno al quale possiamo riunirci e lavorare, non una meta verso la quale camminare insieme. Perciò le divisioni aumentano, i localismi trionfano, la politica perde il suo senso.

Eppure il Paese, anche nelle sue regioni più degradate, è ancora capace di entusiasmi, di impegno e di passione. Il ruolo di una politica rinnovata nel personale e nello stile dovrebbe essere proprio quello di risuscitare queste energie. L’ambiente può darci una parte molto importante dei contenuti necessari. Gli italiani, soprattutto quelli che non vanno più a votare, potrebbero darci la forza di rimettere in piedi la politica e – chissà – anche il nostro Paese".

 

 

 

 

Un Contributo di Luca Saini: "Questione energetica: verso la completa decarbonizzazione"

 

Verso un sistema energetico europeo decarbonizzato.

 

E’ recentemente uscito, in Aprile 2010, uno studio commissonato dall’European Climate Foundation (ECF). Redatto da un mix fra i principali esperti del settore sia  industriali cosi’ come accademici,  lo studio ha per titolo: “Roadmap 2050: a practical guide to a prosperous low-carbon Europe”. Scaricabile on line sul sito  www.roadmap2050.eu , questo vasto documento rappresenta il primo tentativo autorevole di delineare scenari tecnico-economici che possano portare il sistema energetico europeo, nel suo complesso, a ridurre le emissioni di gas climalteranti  di un fattore 80 % rispetto alla situazione del 1990 ed entro il 2050 secondo gli obiettivi enunciati dalla Unione Europea e dal G8 tenuto a L’Aquila nel luglio 2009. Si tratta quindi di guardare ben oltre gli obiettivi del 20-20-20 al 2020 ovvero, sempre su base 1990 :

 

Obiettivi che sono ormai “dietro l’angolo” , giudicati dalla comunità scientifica largamente insufficienti per invertire la rotta verso il riscaldamento globale.

 

Lo studio ha diverse particolarità interessanti:

 

I diversi scenari di decarbonizzazione considerati, vengono differenziati per una diversa composizione finale in % di tre famiglie tecnologiche a zero o quasi emissioni:

 

Questa scelta, oltre ad ammettere, come plausibili, l’utilizzo di un mix fra fonti fossili, nucleare e rinnovabili, presuppone come risultato primario dello studio che l’ottenimento della riduzione di emissioni di 80% al 2050 è ottenible solo:

 

I risultati: aspetti tecnologici

 

 

Lo studio esegue, per ogni scenario, un “assessment” delle tecnologie prese in considerazione nelle diverse proporzioni.

I risultati possono essere cosi riassunti:

 

    

 

 

I risultati: aspetti economici e politici

 

 

Ogni scenario tecnologico è corredato anche da uno scenario economico per valutarne la sostenibilità. La valutazione economica viene fatta in modo classico prendendo in considerazione il capitale necessario di investimento iniziale per anno (CAPEX) ed i costi operativi (OPEX). Questo viene eseguito su ogni tecnologia ed applicato ad ogni scenario in base al mix definito. Il risultato ottenuto è paragonato con lo scenario di base, quello cioé in cui non si assume necessario raggiungere elevati gradi de decarbonizzazione.

 

I risultati ottenuti sono soprendenti: 

 

 

Lo studio indirizza anche alcune problematiche, a corredo ma fondamentali, di natura politica affinché gli scenari tecnico economici possano essere implementati.

Fra le considerazioni più importanti potremmo elencare:

 

 

 

Considerazioni

 

L’importanza di questo studio, molto rigoso e vagliato da organismi di diversa natura, sta nel fatto che mostra come plausibile e sostenibile, da un punto di vista tecnico ed economico, definire scenari implementativi di decarbonizzaione sostanziale del sistema energetico a livello europeo.

Esso mostra anche come diversi scenari siano equi-possibili ed equi-sostenibili, caratterizzati da mix anche alquanto diversi fra le diverse tecnologie di produzione di elettricità, incluso quello in cui tutta la produzione elettrica è basata su fonti rinnovabili. Lo studio non prende posizione e non indica come obbligatoria la scelta fra tecnologie decarbonizzanti molto diverse fra loro come l’utilizzo di fonti fossili con confinamento dei gas, il nucleare e l’insieme delle energie rinnovabili. Inoltre lo studio non indica  l’obbligatorietà di riprodurre, in ogni singolo Stato Nazione, lo stesso mix di tecnologie. Questo lascierebbe ancora spazi di manovra perché ogni Stato possa adottare una strategia “locale” purchè questa sia compatibile e coerente all’interno di un quadro di dimensione Europea.

 

Ci sono alcuni aspetti che lo studio non prende in considerazione in forma dovuta e che sarebbe interessante investigare e tradurre in parametri quantitativi a suo ulteriore completamento. Questi possono essere iscritti a quelli che potremmo definire aspetti socio-economici. Fra gli altri possono essere identificati:

 

 

A proposito di Italia

 

L’Italia si appresta a fare una scelta significativa in ambito di politica energetica: l’entrata del nucleare sul suo territorio fra il mix di tecnologie di produzione di elettricità.

L’Italia è anche uno dei pochi paesi o forse l’unico in cui un Parlamento ha votato un mozione che nega l’esistenza del riscaldamento globale.

L’Italia, come paese della Comunità Europea, ha anche sottoscritto, pur negoziandoli al ribasso, gli obiettivi intermedi del 20-20-20 al 2020 definiti poroprio con lo scopo di combattere il riscaldamento globale.

L’obiettivo intermedio del 20% di energia rinnovabile al 2020 è riferito al totale del consumo energetico e non solo alla quota del settore di produzione elettrica.. Per stessa affermazione del Governo attuale Italiano, le presunte nuove centrali nucleari non saranno operative al 2020. Quindi non potranno apportare alcun contributo al raggiungimento degli obiettivi comunitari. 

Queste contraddizioni pongono l’Italia fuori dal contesto europeo, a meno che non si suppone che, come sistema paese, Essa sia in grado di mantenere gli impegni presi e di essere in grado comunque di finanziare il programma nucleare. Il sospetto è che presumibilmente siano altre le logiche che stanno dietro questa scelta, se non addirittura che esista una logica.

 

Contrariamente, un approccio più serio e degno per il nostro paese vorrebbe che, senza escludere a priori l’opzione nucleare, i seguenti punti venissero presi in dovuta considerazione:

 

Come suggerito anche dallo studio, questo cambiamento epocale che si rende necessario puo’ essere visto anche dal lato del bicchiere mezzo pieno. In altre parole, il cambiamento puo,’ o forse meglio, dovrebbe essere visto, propagandato, guidato e vissuto come una opportunità.

 

Fra le diverse opportunità, non scontate e forse ancora poco medidate, che potrebbero essere sottolineate potremmo ricordare:

 

Una proposta specifica di Francesco Cerisoli

Ecoincentivi per l'auto.

Come sappiamo, da molti anni vengono concessi incentivi a chi cambia un'auto vecchia ed inquinante per una nuova. Spesso la differenza in termini di emissioni e consumi e'minima (in una recente puntata di Report si mostrava come alcune Euro 0 fossero ancora capaci di prestazioni paragonabili alle Euro 4, per dire).

Senza pretendere di rivoluzionare questo sistema che ormai e' fion troppo consolidato, vorrei pero' inserire una proposta che puo'anche essere una provocazione: perche' non concedere lo stesso incentivo, o magari anche piu' sostanzioso, a chi rottama una macchina e non la rimpiazza con una nuova?  Un nucleo familiare che decide di avere una sola auto invece che due, o addirittura nessuna, dovrebbe ricevere per lo meno lo stesso incentivo che riceve chi cambia l'auto ogni 5 anni. E magari, anche, un sostanzioso "sconto"sui mezzi pubblici. Che ne dite?