Universita'e Ricerca


Una proposta "quadro" per la riforma di Universita'ed Enti di Ricerca.

Lo Stato e’ tenuto, come prescrive la Costituzione, a sostenere un sistema pubblico di formazione universitaria e di ricerca, al fine di formare una forza lavorativa preparata e competente e produrre nuova conoscenza in campo scientifico ed umanistico. Le istituzioni universitarie sono, inoltre,  autonome (art. ), a garanzia della loro indipendenza da orientamenti politici, economici o religiosi. Nella nostra Costituzione si disegna, quindi, un sistema che potremmo leggere come particolarmente liberale: una rete di libere universita’ ed enti di ricerca (pubblici o privati) cui lo Stato delega i compiti di alta formazione e produzione di conoscenza e destina una quota (consistente) del bilancio. Questo schema base e’ da anni, e purtroppo, viziato da un dirigismo insensato che, se puo’concedere autonomia, lo fa in assenza di investimenti e soprattutto senza introdurre responsabilita’. Troppo potere si concentra nel Ministero dell ‘Istruzione, Universita’ e Ricerca e negli organi centrali delle Universita’ ed Enti di ricerca. In aggiunta, gli investimenti nel settore stagnano da almeno vent’anni. Il PD deve battersi per una riforma che deve essere prima di tutto una semplificazione: se lo Stato pone come priorita’ essenziale lo sviluppo, deve necessariamente garantire al sistema culturale e produttivo innovazione  e professionalita’ adeguate. Vanno quindi primariamente individuate le RISORSE, ed in misura adeguata al “piano di sviluppo” di un paese dell’Unione Europea. Nel vecchio trattato di Lisbona si indicava un obiettivo di spesa pari al 3% del PIL nel 2010: in Italia, nel 2010, siamo all’ 1%.

Nell’organizzazione di Universita’ e Ricerca bisogna finalmente concedere una forte autonomia alle istituzioni, bilanciata da un severo controllo ex-post ad opera del “maggiore azionista”-lo Stato. Il criterio fondamentale deve essere quello costituzionale dell’uguaglianza: lo Stato garantisce attraverso l’investimento in Universita’ e Ricerca le condizioni per lo sviluppo del Paese, e interviene nello specifico per garantire i diritti dei cittadini (studenti, ricercatori, docenti, imprese) che operano o fruiscono dei servizi  di Universita’e Ricerca. Tutto il potere di controllo deve esercitarsi sulla leva del finanziamento, SEMPRE basato sulla valutazione ex-post da parte di organismi terzi, autonomi ed autorevoli. L’embrione di questo organismo di valutazione e’ l’Agenzia Nazionale per la Valutazione dell’Universita’ e la Ricerca (ANVUR), che va da subito potenziata e dotata di mezzi e del potere reale di indirizzare una quota sostanziale del finanziamento pubblico a Universita’ e Ricerca. Poste queste fondamenta, tutti gli aspetti dell’organizzazione vanno ripensati o rimodulati di conseguenza.

Per la DIDATTICA occorre rimettere al centro gli studenti: il migliore indicatore dell’efficienza della didattica universitaria e’ la “customer satisfaction” degli studenti. Non basta raccogliere formulari alla fine dei corsi o magari dopo il conseguimento del titolo di studio, cosa che peraltro oggi gia’ avviene ma non produce nessun effetto: agli ex-studenti va richiesta una valutazione soprattutto quando questi hanno avuto modo di testare nel mondo del lavoro le conoscenze acquisite nel corso di studi (anche a 5 anni di distanza, se necessario). Bisogna quindi delegare all’ANVUR, dotandola di mezzi adeguati, l’organizzazione di un sistema di valutazione della didattica che segua capillarmente, corso per corso, studente per studente, l’efficacia del sistema formativo universitario finanziato dallo Stato. Le valutazioni dell’ANVUR devono essere pubbliche e devono “pesare” significativamente sulla destinazione dei fondi pubblici. Inoltre lo Stato deve definire chiaramente i carichi didattici dei dipendenti delle Univerista’ mettendo fine alle deroghe, affidamenti e prestazioni gratuite che hanno fatto della didattica universitaria un vero far west.

 Per la RICERCA si devono prevedere due capitoli statali di spesa separati:

a)      Un fondo per l’adeguamento “strutturale” dei centri di didattica e ricerca, che verra’ ripartito sia in base alle valutazioni dell’ANVUR, sia in base ad esigenze strategiche individuate dai Ministeri competenti sempre nell’ottica di garantire un adeguato supporto allo sviluppo del Paese.

b)      Un fondo per il finanziamento dei progetti di ricerca, che devono essere finanziati attraverso bandi pubblici e valutazione peer-review sotto la supervisione dell’ANVUR

Altre fonti di finanziamento derivanti da Enti pubblici, fondazioni o imprese devono prevedere un simile meccanismo nel caso distribuiscano fondi pubblici.

L’ORGANIZZAZIONE di Universita’ ed Enti di Ricerca deve  distinguere due tipologie: Universita’ ed Enti pubblici, Universita’ ed Enti privati. Per i primi il finanziamento complessivo puo’essere coperto fino al 100% dallo Stato, mentre per i secondi tale quota (inclusi i finanziamenti ordinari, relativi a progetti, regionali etc..) non deve superare il 25. Nelle Universita’ ed Enti pubblici va concessa una rappresentanza nei consigli di amministrazione ai finanziatori privati (con tassativa esclusione di ogni ente pubblico) fino ad un 25%, mentre per Universita’ ed Enti privati si puo’arrivare anche al 75%. L’ANVUR deve individuare nei Dipartimenti e negli Istituti le entita’ sulle quali esercitare il massimo controllo del finanziamento statale relativo alla valutazione. I Direttori di Dipartimenti ed Istituti devono essere i responsabili finali della performance didattica e di ricerca, devono essere eletti e rimanere in carica per un numero consistente ma limitato di anni e possono essere rimossi dal Ministero su indicazione dell’ANVUR. Il RECLUTAMENTO si deve attuare in autonomia da parte dei Dipartimenti, per tutti i dipendenti (tecnici, amministrativi, dottorandi, post-doc, professori) sulla base di piante organiche e del relativo budget. Ogni reclutamento deve passare per un avviso pubblico ed una selezione da parte dei responsabili del reclutamento individuati, a seconda delle specifiche necessita’, dal Dipartimento/Istituto e dal Direttore. Una parte (20%?) del finanziamento ai Dipartimenti/Istituti deve essere assegnato in base alla valutazione del personale assunto nei 5 anni precedenti. Tutti i contratti di lavoro in essere e futuri devono essere convertiti in contratti di lavoro dipendente a tempo indeterminato o determinato, e per quelli a tempo determinato deve essere prevista una durata minima non inferiore ad un anno, massima non superiore, nel complesso, a 6. Si possono prevedere percorsi tenure-track per le figure post-doc, sul modello in uso negli altri paesi europei. Gli importi degli stipendi devono essere stabiliti dal MIUR secondo tabelle salariali minime.

L’ANVUR deve divenire la chiave di volta del nuovo sistema, e va per questo finanziata adeguatamente (almeno il 10% del budget complessivo destinato al comparto Universita’ e Ricerca), e dotata di poteri reali di intervento su tutti i livelli del finanziamento statale ad Universita’ e Ricerca. L’ANVUR deve valutare singoli, dipartimenti/istituti ed atenei, con la possibilita’ di controllare una quota rilevante (fino al 50%) del finanziamento complessivo destinato al comparto. Inoltre su richiesta dell’ANVUR possono essere rimossi Direttori e chiusi Dipartimenti, Corsi di Laurea, Specializzazione e Dottorato ed Atenei, ad opera del MIUR.

Il MIUR deve attuare il controllo amministrativo-finanziario di Universita’ed Enti pubblici (che in caso di dissesto possono essere commissariati), deve controllare sulla qualita’ della didattica delle Universita’ private oltre al controllo gia’esercitato dall’’ANVUR per la quota di finanziamento pubblico ad esse destinato,  deve stabilire i requisiti necessari all’attivazione di Corsi di Laurea, Specializzazione e Dottorato, le piante organiche dei Dipartimenti/Istituti, gli importi dei stipendi, delle borse di studio, le linee strategiche per assicurare un adeguato supporto di lavoratori con alta formazione e ricerca al sistema economico e culturale del Paese.