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Piccoli e medi (impresa e artigianato)

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Saved by andreacivati@...
on May 23, 2010 at 10:46:34 am
 

Negli scorsi anni è stata fatta una politica di sostegno alla creazione d'impresa pensando che fosse la panacea, con il risultato di avere tante nuove imprese create senza occuparsi poi dell'accompagnamento e dell'incubazione delle stesse. Inoltre, tante piccole imprese sono state create perché questa costituiva apparentemente l'unica opportunità per l'entrata o il reinserimento nel mondo del lavoro. Quante persone adesso si trovano in difficoltà perché queste imprese non solo non sono sostenibili ora, ma non lo erano neanche all'inizio? Quante di queste sono in realtà fantasma, nel senso che non sono state capaci di stare sul mercato perché non c'erano né le premesse, né le conoscenze (quelle legislative ed economico/commerciali), né competenze, né la motivazione, né i fondi per avviare un'attività che si rivelasse solida? Tante. Quante voltesi è pensato e si pensa tuttora che nella piccola impresa ci si deve buttare quasi allo sbaraglio? Certamente, adesso vanno aiutate le imprese che già esistono e che si trovano in serie difficoltà.

 

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Cari,

vi propongo una riflessione presa da un'articolo de Il Sole 24ore. Ma le partite Iva sono solo italiane? Forse anche questo andrebbe consierato....

 

Piccoli imprenditori: 14mila nuove partite Iva
il Sole, 17-05-2010 
Léonard Berberi

Un pò meno Italia e un pò più Babilonia. Diminuiscono i Franco, Giovanni e Michele. Aumentano i Mohammed, Nicolai e Felipe. Da un lato le 3omila piccole imprese italiane che nel 2009, secondo Unioncamere, mancano all'appello. Dall'altro le oltre 14rnila nuove partite Iva straniere.
L'imprenditoria etnica resiste meglio alla crisi? Solo in parte. Perché, avverte Domenico Mauriello, del centro studi Unioncamere, «il salto, anche se positivo, è per la prima volta inferiore alle performance degli anni precedenti».
L'anno scorso gli stranieri che hanno avuta una carica in un'azienda (titolare, socio, amministratore) sono stati quasi 600mila. Cifre in costante aumento. Così come in aumento, secondo Infocamere, sono anche le imprese individuali con un titolare straniero. Al 31 dicembre 2009 risultavano iscritte 324.749 partite Iva non italiane. Rispetto all'anno precedente, il 4,5% in più. «La performance positiva - continua l'esperto Unioncamere - dimostra che il sistema in parte ha tenuto. Ma ci dice anche che quegli immigrati espulsi dal mercato del lavoro a causa della crisi hanno scelto Pauto-impiego, aprendo una propria partita Iva».
Ogni cento imprese individuali, nel 2009, 77 risultano guidate da extracomunitari. Significative anche le "quote rosa": in media, poco più di una partita Iva su cinque è assegnata a una donna.
Il "commercio all'ingrosso e al dettaglio", poi, si conferma la voce più importante (121.710 ditte individuali, pari al 37,5% circa) se si guarda il settore. Seguono le "costruzioni" (103.525) e le "attività manifatturiere" (29.811). Ma il primato cambia nella suddivisione tra comunitari e non. Se la metà degli imprenditori Uè (48,37%) si dedica alle "costruzioni", quelli extracomunitari preferiscono il "commercio". «Nel primo caso, il valore risente dell'attività dei romeni, concentrati sull'edilizia - spiega Mauriello -. Nel secondo, pesa la scelta dei nordafricani, con i negozi di cibo etnico, e dei cinesi".
Il Marocco guida la classifica delle nazionalità più attive con 48.059 individui. Segue la Romania (35.592) tallonata dalla Cina (34.595).
A livello territoriale, infine, la Lombardia resta la regione preferita per aprire un'impresa: l'anno scorso qui c'erano 56451 ditte individuali. Dietro, la Toscana (oltre 34 mila) e l'Emilia Romagna (poco più di 31 mila). «Un caso molto particolare è la provincia di Prato - chiarisce l'esperto -, dove le imprese cinesi pesano in modo significativo nell'economia della zona e in parte anche della regione». Nel 2010 la situazione non dovrebbe cambiare di molto. «Le partite Iva straniere continueranno ad aumentare - conclude Mauriello -ma a ritmi inferiori rispetto al passato e sempre più verso una stabilizzazione».


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